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Immagine del redattoreSilviya Angelova

Stop auto diesel e benzina: in Italia entro il 2040?

Aggiornamento: 21 set 2022



Da qualche anno l’Europa sta tendando di risolvere molteplici problemi dovuti ai cambiamenti ambientali, come il surriscaldamento globale e l’inquinamento atmosferico; secondo gli studi e i governi, alcune delle cause maggiori dell’inquinamento atmosferico sono l’utilizzo di macchine diesel e benzina. Perciò, da qualche tempo si stanno avviando dei provvedimenti, come lo stop auto benzina e diesel entro il 2035, per ridurre drasticamente la notevole quantità di CO2 nell’aria. L’Italia, però, per diversi motivi, ha chiesto di prolungare il periodo di transizione e il conseguente cambio delle auto al 2040.

Quindi, come sarà la situazione per le auto diesel e benzina in Italia 2040? L’Italia sarà in grado di cambiare le cose entro la nuova data stabilita?


Il nuovo progetto italiano per il rinvio al 2040: i temi

Abbiamo già trattato le possibile conseguenze devastanti dello stop auto diesel e benzina entro il 2035, evidenziando come l’Italia e l’Europa in generale, ancora non siano ancora pronte ad assorbire questa decisione che, volendo ben vedere, non ha molta logica e che potrebbe danneggiare fortemente economia e famiglie.

L’Italia, dopo il proposito prefissato dell’Europa di eliminare qualsiasi auto a conduzione endotermica (diesel e benzina), ha chiesto di modificare il documento che presenta la decisione di stop auto diesel entro il 2035; infatti, nella proposta italiana viene chiesto di “decarbonizzare” totalmente nell’ambito dei trasporti nel 2040, per non contrastare le dinamiche di vendita, la produzione delle aziende di automobili e anche il successivo acquisto da parte dei consumatori. L’Italia, in questo nuovo documento, comprende la pretesa globale di ridurre le emissioni di CO2 mediante lo stop di auto diesel e benzina, definendola importante, ma al contempo poco adeguata ai costi nazionali e sociali di un cambio quasi imminente dei prodotti e delle aziende verso questa via. Con questa domanda, l’Italia sembra essere così in difficoltà entro il 2035 a sostituire gli impianti di ricarica, le tecnologie di produzione aziendale e a educare i consumatori all’utilizzo di auto a zero emissioni di CO2, le quali avranno in futuro anche dei costi molto diversi e forse meno sostenibili delle automobili odierne per gli italiani.


Cosa cambierà nel 2040 per le auto italiane?

Tra le modifiche previste nella richiesta italiana di prorogare l’eliminazione definitiva delle auto diesel e benzina entro il 2040, vi è il rimando fino al 2036 della messa in vigore della nuova normativa. Infatti, alcune statistiche hanno verificato che ci sono state solo il 0,2% e il 0,3% di nuove immatricolazioni di auto e furgoni da parte dei piccoli venditori, indice che la rete di vendita ancora non è attrezzata per il cambio di impostazione dell’intero settore automotive.

L’Italia, inoltre, con la proposta di rinvio di stop alle auto diesel e benzina entro il 2040, si ritrova in linea con altri paesi come il Portogallo, la Romania, la Bulgaria e la Slovacchia, i quali hanno chiesto di rimandare la totale eliminazione delle auto a conduzione endotermica entro quell’anno.

Per quanto riguarda le auto private e non, l’obiettivo italiano è quello di ridurre drasticamente le diffusioni di CO2 del 90% nel 2035 (data prevista dall’Europa per il totale stop) e del 100% nel 2040. Inoltre, per i trasporti commerciali il fine è quello di eliminare le emissioni del 45% di nel 2030, l’80% nel 2035 ed infine il 100% nel 2040.

Naturalmente, le reazioni sia dell’Europa, sia dalle associazioni come il T&E (Transport & Environment) sono state molto contrastanti verso la posizione italiana: infatti, la società senza scopo di lucro e le associazioni di categoria hanno criticato fortemente la richiesta dell’Italia di prorogare il calendario di stop alle auto diesel e benzina entro il 2040, descrivendo la petizione come una proposta irresponsabile e soprattutto non in linea con l’obiettivo comune europeo di cambiare le cose dal punto di vista dell’inquinamento atmosferico.

Infine, è bene sempre ricordare che solo il 10-12% circa dell’inquinamento globale mondiale è attribuibile ai veicoli a motore e, nello specifico, solo il 5% circa è ricollegabile alle sole automobili e moto.

Ecco perché l’idea di fermare la produzione di auto a motore termico è da molti ritenuta priva di logica, specialmente se vengono prese in considerazione le pesantissime conseguenze che tale decisione comporterà sul sistema economico, lavorativo e sociale dell’intera nazione, facendo sparire molte aziende e lasciando a casa molte forze lavoro.

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