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Come funziona il differenziale autobloccante

  • Immagine del redattore: Silviya Angelova
    Silviya Angelova
  • 6 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min
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Se vuoi sapere come funziona il differenziale autobloccante sei nel posto giusto. La nostra spiegazione non sarà altamente tecnica, non avrà terminologia incomprensibile e non devi avere conoscenze pregresse.

A cosa serve il differenziale autobloccante?

Prima di conoscere come funziona il differenziale autobloccante è giusto sapere cos’è e a cosa serve. Innanzitutto il dispositivo non è propriamente necessario sulle vetture utilitarie, in quanto la sua funzionalità si esprime al meglio sulle auto caratterizzate da una certa potenza che solitamente è difficile da gestire. Scaricare a terra tanti cavalli non è sempre facile e spesso, in condizioni di scarsa aderenza, potrebbe essere che la macchina perda trazione, specialmente quando si trova ad affrontare tratti in curva. Quando ci si trova con poco grip o con eccessiva potenza, è meglio avere il differenziale autobloccante.

Il funzionamento del differenziale autobloccante

E’ arrivato il momento di capire come funziona il differenziale autobloccante. Semplicemente il dispositivo riesce a trasferire la coppia tra ruote del medesimo assale in maniera asimmetrica, da quella che ha meno aderenza verso quella che ne ha di più. In questo caso, dunque, le due ruote motrici gireranno a velocità diverse a seconda delle situazioni di aderenza individuate dal sistema. Ciò significa, ad esempio, che sulla ruota anteriore destra si possa avere il 70% della coppia motrice totale mentre il restante 30% va sulla ruota sinistra. Per questo si chiama autobloccante: proprio perché, a differenza del differenziale tradizionale definito “libero” che offre una ripartizione paritaria al 50% tra le due ruote, viene bloccata una “ruota” con la sua coppia, favorendo l’altra. Così, la ruota con minore aderenza viene “scaricata” dalla coppia di una percentuale calcolata autonomamente dal sistema che viene invece inviata alla ruota che offre in quel frangente la migliore trazione.

Immaginiamo di stare percorrendo una strada extraurbana in condizioni di pioggia battente. Ad un certo punto, dietro una semicurva, ci troviamo una grande pozzanghera a lato strada. La ruota destra ci passa in mezzo, mentre quella sinistra rimane su asfalto. La ruota di destra perde aderenza e inizia a girare più velocemente, l’auto si “sbilancia” e inizia a perdere il contatto con la strada avviando un processo di sbandata. Questo è ciò che accadrebbe qualora non avessimo il differenziale autobloccante. Avendolo, questo interviene trasferendo la parte di coppia “inutile” della ruota in condizioni di scarsa aderenza, verso quella che rimane su asfalto, il cui lavoro agevola il recupero dell’aderenza dell’altra ruota mantenendo la vettura in strada. In caso di vetture sportive con ampia potenza scaricata sull’asse anteriore, in curva è facile avere fenomeni di sottosterzo. Il differenziale autobloccante lo limita, trasferendo potenza da una ruota all’altra e favorendo il mantenimento della traiettoria.

Ora che abbiamo spiegato con un semplice esempio come funziona il differenziale autobloccante, è utile sapere che ve e sono di diversi tipi, nel senso che possono esserci sistemi che funzionano diversamente ma che offrono comunque lo stesso risultato finale.

 
 
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