
Che uso dell’auto fanno gli automobilisti? In un periodo in cui l’automobile pare essere demonizzata da tutti e vista come unica fonte di inquinamento, uno recente sondaggio di Innofact, indica come almeno il 60% degli italiani, senza automobile non riesca proprio a stare. Tale percentuale aumenta e si avvicina addirittura all’80% in determinate zone. Perché? Cerchiamo di spiegarlo.
Perché non rinunciare all’auto
La stessa percentuale citata poco sopra trova conferma anche in Francia, Gran Bretagna e Germania, sebbene possano cambiare le motivazioni e l’uso dell’auto. Le motivazioni che spingono il cittadino a non poter fare a meno dell’autovdttura sono innanzitutto dovute ad un motivo di praticità legata alla mobilità. Basti pensare che solo il 20% degli abitanti delle grandi città potrebbe rinunciare alla propria automobile per gli spostamenti. Assodato il fatto che le metropoli sono meglio servite dai mezzi pubblici, il dato porta comunque a riflettere sull’importanza che i veicoli hanno nella vita quotidiana. In alcuni Stati, questa percentuale addirittura si riduce, dando ancora più importanza all’automobile.
La non rinuncia all’auto dipende da esigenze di movimento: senza di essa per moltissime persone non è possibile muoversi. Inoltre, talvolta mancano pure le alternative, scarseggiano i mezzi pubblici o addirittura mancano i principali collegamenti. Ci sono luoghi dove non arrivano né bus né treni. Molti, poi, impiegano l’auto come un mezzo di lavoro (agenti di commercio, rappresentanti, tecnici, professionisti con partita iva, piccoli artigiani). Si stima che del traffico quotidiano, circa il 40% sia dovuto ad auto o piccoli veicoli commerciali che circolano per lavoro (le categorie citate poco sopra), ma ci sono orari in cui la percentuale si alza e va quasi a raddoppiare, come ad esempio al mattino presto nei tratti autostradali o nelle arterie di ingresso nelle grandi città.
L’uso dell’auto e inquinamento
Nella fascia di età compresa tra 18 e 30 anni, “solo” il 25% circa dichiara, in Italia, non poter rinunciare all’auto per motivi di lavoro, mentre basta superare il confine andando in Francia per capire come tale percentuale si approssimi al 40%. Allo stesso modo in Gran Bretagna. Ciò porta a credere che nonostante siano risposte date da un pubblico giovanile e quindi tendenzialmente più sensibile alle tematiche ambientali, realmente le esigenze siano irrinunciabili. A proposito di inquinamento, è sempre utile ricordare che attribuibile alle automobili e ai piccoli veicoli commerciali sia solo una percentuale minima: a tal proposito l’inquinamento mondiale dovuto ad auto, moto e furgoni si attesta indicativamente al 5%. Ampliando l’orizzonte, l’inquinamento dovuto ai veicoli motorizzati in genere (non solo auto, moto e furgoni, ma anche camion e bus), arriva al 10% circa a livello mondiale. Nello specifico, i valori di inquinamento in città sono diversi: il 10% circa è dato dalle auto, moto e furgoni, mentre il 7% circa dai camion e bus. Il problema dell’inquinamento, quindi, non è certo principalmente derivante dall’auto. Considerando anche le percentuali enunciate nel paragrafo precedente, risulta come la maggior parte vadano a giustificare le percentuali di inquinamento per motivi lavorativi. Il Paese lavora, opera, si muove per produrre ricchezza e per incrementare la produzione, cercando di creare benessere.
Detto ciò, muoversi diventa spesso un’esigenza e non lo si fa né per inquinare né per diletto.