L’importanza dell’alternatore
- Silviya Angelova
- 14 apr
- Tempo di lettura: 3 min

Si confonde spesso l’alternatore (o generatore) con la batteria, almeno giudicando dalla semplice osservazione della spia che, in caso di problemi, compare sul cruscotto dell’auto. Sarà perché il simbolo porta a pensare alla batteria, ma quando si illumina quella spia non significa necessariamente che questa sia da buttare, anzi, potrebbe significare che il vero problema è l’alternatore, il quale ha una rilevanza determinante.
A cosa serve l’alternatore auto?
L’alternatore è un organo fondamentale nella costruzione tecnica dell’auto poiché consente la gestione totale dell’intero comparto elettrico: avviamento, tergicristallo, fari, autoradio e via dicendo. La batteria in sé potrebbe non bastare e quindi è necessario disporre di un piccolo generatore capace di produrre corrente alternata da mettere a disposizione delle “utenze” elettriche del veicolo, le quali sono alimentate proprio dall’alternatore grazie alla conversione di energia meccanica in elettrica.
La funzione della cinghia
Se l’alternatore funziona buona parte del merito va alla cosiddetta cinghia dei servizi (da non confondere con quella di distribuzione). Il motore, una volta avviato, ha l’albero che trasmette una forza: la cinghia dei servizi si serve di una piccola parte di questa potenza e la mette a servizio dell’alternatore per farlo funzionare. Grazie a questo “piccolo stratagemma” l’alternatore può svolgere regolarmente la propria funzione, ricaricando la batteria e fornendo energia all’accensione dei fari e al cruscotto al momento dell’avviamento.
Come funziona l’alternatore?
All’interno dell’alternatore c’è un magnete capace di generare un campo magnetico, il quale genera corrente alternata. Girando il motore, allo stesso modo gira anche il magnete, tenendo attivo il campo magnetico. In realtà vi è un “gioco di pulegge” molto più complesso. Diciamo che la puleggia principale dell’albero motore stimola la rotazione della puleggia che innesca il movimento dell’alternatore
Quando cambiare l’alternatore dell’auto?
L’alternatore non può durare in eterno e allo stesso modo anche la batteria che esso alimenta. Solitamente quest’ultima ha una durata inferiore rispetto al suo generatore.
Quando si odono dei particolari rumori all’avviamento oppure si percepisce un odore insolito, potrebbe essere che l’alternatore ha qualche problema. Un elettrauto è il professionista giusto per capire il guasto: per farlo gli basta un voltmetro, ovvero un apparecchio che è capace di misurare la tensione di funzionamento dell’alternatore. In genere se il valore rilevato dal tester è compreso tra 13.2 e 14,8 Volt significa che il problema è da ricercare altrove in quanto l’alternatore funziona correttamente.
Quando cambiare la batteria?
Le batterie delle auto non durano all’infinito e hanno una riduzione dell’efficienza che è direttamente proporzionale al tempo trascorso in attività. Ci sono case automobilistiche che suggeriscono (e a volte impongono) la sostituzione batteria auto ogni 4 anni, non oltre, poiché perde in efficacia.
La batteria è sottoposta a continui stress dovuti all’uso del veicolo, tra un avviamento e l’altro, tra l’accensione di luci e dei tergicristalli. Sono molti gli organi che attingono energia da questo elemento. Ma la batteria si scarica anche quando l’auto viene lasciata ferma a lungo (per settimane o mesi).
Le batterie più evolute e moderne hanno il cosiddetto “occhio” dal quale è possibile visivamente osservare lo stato di carica e anche lo stato di salute della batteria a seconda del colore. Basta aprire il cofano e osservare la superficie della batteria per vedere se è presente questa specie di spia.
Se l’auto fatica a partire, oppure si vedono le spie sul cruscotto illuminate da luce molto debole, il problema potrebbe risiedere proprio nella batteria. Un tester presso un’officina o da un elettrauto è in grado di misurare l’efficienza dell’elemento e capire se è il caso di cambiare oppure se il problema è da ricercare altrove.