Era il 22 maggio del 1930 quando nacque la Carrozzeria Pininfarina.
Tutti oggi pensano che il cognome del fondatore fosse Pininfarina, ma non è propriamente corretto: Giuseppe Battista Farina era il nome per esteso di colui il quale ha fondato l’azienda. Pinin era un vezzeggiativo piemontese del nome e infatti il sig. Giuseppe per tutti era Pinin. Da qui l’unione del soprannome con il vero cognome, fino a giungere ad un punto in cui la famiglia chiese al Presidente della Repubblica Italiana il cambio delle generalità, da Farina a Pininfarina, visto che ormai per la gente era impossibile scindere i due termini. Ad accordare la modifica fu l’allora Presidente Gronchi agli inizi degli Anni Sessanta.
Pininfarina e la specializzazione del design d’elite
Pininfarina era specializzato nel design su richiesta, per un solo cliente, per un gruppo ristretto di persone o per la produzione di vetture in serie limitata. Inizialmente l’azienda non cercava i grandi numeri e si focalizzava unicamente nella specializzazione di piccoli lotti o addirittura di pezzi unici. I primi clienti erano ricchi sovrani, personaggi appartenenti alle nobiltà sociali dei vari Paesi europei. Nonostante questo lavoro “sartoriale” l’azienda, fin dai primi anni della sua storia, era già arrivata a contare oltre 120 dipendenti.
Tra il 1930 e il 1940 si avviano i primi contatti con Alfa Romeo, Lancia, Fiat e Isotta Fraschini, ma la Seconda Guerra Mondiale abbatte qualsiasi trattativa e interrompe i processi produttivi. La Pininfarina trova la forza di resistere e di rilanciarsi grazie alla Lancia Aprilia Bilux, prima di disegnare quello che viene considerato un vero capolavoro stilistico: la Cisitalia 202, una coupè che ancora oggi vanta il gradimento degli esperti al punto di classificarla come una delle migliori vetture al mondo mai disegnate. La collaborazione con Ferrari si consacra a partire dagli Anni Cinquanta, anni in cui Pininfarina lavora anche per Alfa Romeo disegnando la Giulietta in versione spider. Nel 1961 ecco l’Alfa Romeo Duetto e successivamente la Fiat 125 Spider, vetture di grande successo.
Il consolidamento negli Anni Settanta
Pininfarina acquisisce sempre più pregio e importanza e negli Anni Settanta viene rivista l’organizzazione aziendale, dividendo ciò che è il reparto stile e sviluppo, da quella che è la produzione. Gli Anni Ottanta vedono una crescita dell’impresa, al punto che viene aperta la divisione che si occupa di disegnare altri mezzi di trasporto. Tutto questo porta anche alla quotazione in borsa e ad avere un filo diretto con la città di Detroit, luogo in cui Pininfarina invia le carrozzerie di alcune vetture Cadillac destinate al mercato statunitense. Negli Anni Novanta si ampliano gli orizzonti e l’azienda punta maggiormente ad accordi con aziende che fanno della produzione in serie il loro principale business, come ad esempio Fiat, Peugeot e Lancia. Cabrio e Coupè rappresentano sempre la preferenza per i designer di Pininfarina.
Allo stesso modo, anche Volvo si avvicina al brand di design al punto di affidare sia il disegno che la produzione della sua C70 direttamente a Pininfarina. Negli stessi Anni e anche agli inizi del Duemila, vengono disegnate pure alcune Ferrari e diversi prototipi firmati Pininfarina (ad esempio la Pininfarina Sergio).
La crisi dell’ultimo decennio
Con il 2010 l’azienda entra in una crisi importante nonostante il lavoro non manchi grazie a Ferrari: ne vengono prodotte almeno cinque, ma non sono sufficienti a migliorare le difficili condizioni economiche che caratterizzano l’azienda. Subentra Mahindra, importante azienda asiatica conosciuta più che altro per i pick-up, che rileva la Pininfarina e ne prospetta il rilancio. La cura evidentemente ha fatto discretamente bene dato che oggi la Pininfarina festeggia i 90 anni di fondazione.
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