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Immagine del redattoreSilviya Angelova

Clio Williams: icona degli Anni Novanta


C’era un’auto che negli Anni 90 ha spopolato in Italia, specialmente tra i più giovani: stiamo parlando della Renault Clio.

Da questo modello nasce, nel 1993, la Clio Williams, in occasione della celebrazione del mondiale di Formula 1 vinto proprio dalla scuderia britannica motorizzata Renault nell’anno precedente.

Sebbene la Williams non abbia partecipato alla progettazione del modello, è stata la divisione Motorsport francese che si è presa l’intero merito. Nonostante l’auto nel corso degli anni smise la sua produzione e la commercializzazione, venne lasciata in vendita per un anno in più solo in Italia proprio per suo successo nei nostri confini nazionali. Oggi la Clio Williams usata è molto ricercata.

Estaticamente la vettura era riconoscibile dal colore Blue Sports metallizzato, dai cerchi dorati prodotti dalla italiana Speedline e dalla presa d’aria sul cofano, il cui compito era raffreddare il motore aspirato da 2.0 di cilindrata, forte di 147 cv e derivante dal classico 1.8 che era invece installato sulla versione normale.

I sedili erano in velluto grigio mentre la moquette era di colore blu, come anche molti altri dettagli degli interni.

Se guardiamo ai valori del suo motore con cambio a 5 rapporti, pur confrontandoli a quelli di vetture moderne, risultano essere di tutto rispetto. Lo scatto 0-100 avveniva in 7,5 secondi, il chilometro con partenza da fermo contava qualche decimo oltre i 28 secondi e la ripresa in quinta marcia da 70 a 120 Km/h registrava 13 secondi.

Dal punto di vista motoristico, i tecnici della divisione Renault Motorsport avevano lavorato benissimo, bravi a dare parametri importanti ad un motore non turbo. Ogni dettaglio venne curato nei particolari: la gestione dell’elettronica era stata modificata rispetto alla variante tradizionale, vennero cambiate le dimensioni sia delle valvole che del corpo farfallato, si utilizzarono materiali più innovativi e leggeri, volti a ridurre il peso dell’intero veicolo, agli alberi motore fu conferita una diversa angolazione, l’alzata delle valvole fu incrementata e i condotti di aspirazione furono lucidati. Anche lo scarico era differente e più rumoroso, come pure diversa era la rapportatura del cambio, resa più corta, pronta e immediata.

L’idea di Renault era di produrre la Clio Williams in tiratura limitata a 3800 esemplari, tutti numerati con una piccola targhetta posta nell’abitacolo. Ma visto il grande successo vennero messe in produzione altre 1600 auto. Da lì a poco la vettura passò ad una produzione in serie più massiccia, scatenando il disappunto di chi aveva acquistato i primi modelli numerati. Alla fine, vennero prodotti poco più di 12 mila esemplari in 3 successive versioni aggiornate. Infatti, si parla di Clio Williams fino alla terza serie di metà Anni 90.

La macchina da guidare era molto divertente, non certo educata come le piccole vetture sportive di oggi. La risposta dell’acceleratore era vibrante e praticamente immediata, per uno scatto al semaforo che lasciava di stucco “gli avversari” delle partenze sprint.

Quello che maggiormente colpiva era l’assetto: molle molto rigide e barre anti rollio lavoravano molto bene conferendo all’auto una grande reattività e buona parte del merito va anche all’avantreno, architettato in maniera differente rispetto alla Clio normale. L’allargamento della carreggiata, frutto dell’utilizzo di uno schema sospensivo della Renault 19, ha consentito l’impiego di ruote maggiorate beneficiando di una migliore stabilità con l’anteriore.

Reattività, dinamismo e precisione nelle traiettorie, specialmente negli inserimenti in curva, erano le caratteristiche principali che esaltavano la guida, facilitando la gestione di prestazioni comunque di livello. L’unico appunto riguardava l’impianto frenante: l’ABS non era presente, almeno fino alla seconda edizione del modello e quindi era necessario prestare attenzione.

 

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